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PELLEGRINAGGIO A FATIMA 2024: “OGNI VOLTA È DIVERSO!”

PELLEGRINAGGIO A FATIMA 2024: “OGNI VOLTA È DIVERSO!”

STESSE PAROLE, NUOVE EMOZIONI, NUOVI PROPOSITI

di Teresa Spagnolo

Per molti di noi il pellegrinaggio a Fatima è un appuntamento annuale irrinunciabile.

Ritornare, quest’anno, aveva per me un valore in più, non so dire bene quale sia il motivo. Sarà perché il viaggio in Terra Santa, poi annullato, era stato prioritario e aveva fatto slittare questo appuntamento all’anno successivo; sarà perché alcune croci, quest’anno, sono tanto più pesanti per alcune sorelle e fratelli del Movimento, che pregare insieme in un luogo santo per delle cose più grandi di noi, conforta chi ha bisogno e rende utile e viva me, piccola nullità (come giustamente ha ribadito più volte padre Alberto nelle sue catechesi); sarà perché la lontananza affama il cuore come un digiuno forzato e prima o poi la fame si fa sentire …insomma, questo viaggio lo aspettavo da tempo, ed è stato la risposta ad un invito delicato e insistente, come solo la Mamma Celeste sa fare.

Qualunque sia il motivo, il viaggio è iniziato, portando nel mio cuore le reazioni di gioia o di pianto di chi ha saputo dove andavo, ma anche l’indifferenza di chi si lascia sopraffare dai dolori della vita.

Un semplice emoticon, un messaggio esplicito, una telefonata commovente, uno sguardo timido, un sorriso triste, un lungo abbraccio silenzioso o un atteggiamento disinteressato, sono stati tutti preziosi compagni di viaggio. Perché a Fatima non si va mai da soli. Si viaggia prima di tutto in compagnia di stessi e della propria coscienza, e già questo è impegnativo, sfidante, e ti invita ad affidarti, sin da subito; ma si viaggia portando con sé anche la gioia e il dolore di chi si affida a te perché la vita è un’avventura agrodolce, una continua sovrapposizione di “croce e delizia”, per citare una frase senza tempo, ma Fatima trasforma e insegna che si può imparare a “vivere la croce come una delizia”.

Mentre ero in volo, pensare a chi avrebbe voluto essere su quell’aereo con noi ma non ha potuto, a chi ha storto il naso perché ancora non sa, ha moltiplicato il mio senso di gratitudine e il desiderio di esprimerlo vivendo più intensamente ogni momento di adorazione, di preghiera e di catechesi. Ho sgranato il rosario pensando a tutte quelle persone che ancora non sono mai state in questi luoghi, a chi ancora non desidera conoscerli, a quelle persone che ignorano l’eroismo dei Pastorelli, che ancora non conoscono il Cuore di Maria, che ancora non hanno aperto il loro cuore all’amore di Dio, che ancora non conoscono il valore trasformativo di un cammino spirituale, che non immaginano cosa voglia dire poter vivere un pellegrinaggio in famiglia.

Si, in famiglia, perché fare questo viaggio con la Famiglia del Cuore Immacolato di Maria, è davvero come essere a casa. Non solo perché devi preparare il letto quando arrivi e fare le pulizie prima di ripartire, come a casa, ma perché ci si sveglia insieme, si lavano i piatti insieme, si cammina e si suda insieme, si prega insieme e, soprattutto, ogni volta che sali e scendi le scale, puoi sostare in cappella e stare insieme a Gesù, salutarlo ogni volta che vuoi, e quando non c’è nessuno, puoi anche azzardare di avvicinarti per una carezza alla sua Casetta ben ornata… tanto ti senti esageratamente, appunto, a casa tua.

È la quarta volta che andiamo a Fatima, ma ogni volta è diverso. Siamo già stati sui luoghi delle apparizioni diverse volte, abbiamo già visitato le case natali dei Pastorelli e vissuto le processioni serali nella Cova da Iria. Ma ogni volta è diverso, e fosse anche per una sola frase che ti tocca il cuore, per una lacrima versata pensando a chi non c’è più, per lo stomaco che si chiude e il caldo che ti invade per pochi istanti mentre preghi, tutto vale il viaggio. Riporto a casa nuovi spunti di riflessione, nuovi incontri, nuovi sorrisi. Ho conosciuto persone alla ricerca di Dio e persone con una fede così forte da lasciarmi senza fiato.

Ho ascoltato le parole scritte da suor Lucia nel suo diario, e ho scoperto che alcune parole diventano canto nella mia memoria, mi ricordano il musical portato in scena lo scorso ottobre e l’importanza di divulgare nel mondo la devozione al cuore immacolato di Maria, con gioia, convinzione e perseveranza.

Stesse parole, nuove emozioni, nuovi propositi.

E se Dio fa nuove tutte le cose, allora c’è da augurarsi che anche noi siamo tornati cambiati. O almeno pronti a cambiare, e a lasciarci plasmare e diventare come Lui vuole.

 

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