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LA PASSIONE DEI PASTORELLI

LA PASSIONE DEI PASTORELLI

di Katiuscia Iacchini

L'incontro con la vita dei Pastorelli di Fatima è un’occasione preziosa, soprattutto in questo tempo quaresimale, per vivere meglio il nostro percorso verso la santità, per domandarci se la fede sia divenuta realmente lo specchio della nostra vita.

I Pastorelli sono bambini che vivono una quotidianità semplice, con tutti i problemi delle famiglie normali. Entrano poi in un percorso di conversione che va oltre il cristianesimo ereditato in famiglia. Dalla testa, la fede entra nei loro cuori e trascende la semplice informazione, diviene vita concreta.

 Essi iniziano ad un certo punto a vivere il rapporto con Dio come “respiro” che cambia l’esistenza. Attraverso le apparizioni dell’Angelo, entrano in una “logica eucaristica” in cui emerge la centralità dell'offerta. Il tempo “educativo” che l'Angelo vive con loro li prepara a pregare, a far diventare viva la loro fede.

Ciò che colpisce della loro testimonianza è la loro assoluta normalità in un contesto di grande povertà, ed essenzialità. Non lasceranno alcun frammento della loro vita fuori dall' incontro con Gesù.

Spesso sappiamo che Dio ci ama, ma non sempre arriviamo a comprenderlo con il cuore e a viverlo concretamente come questi tre bambini. “Accumuliamo” molte cose inutili, che sono scarti che ci appesantiscono. Ma questi scarti, come il concime per la terra, possono diventare fecondi e occasione di redenzione. Ecco che una malattia, una sofferenza, una fatica, un’umiliazione, se offerte a Dio, divengono fecondità, vanno a beneficio di tutto il Corpo di Cristo.

 Viviamo in un mondo in cui non offriamo più, in cui prevale la dittatura del desiderio; cerchiamo coraggiosamente di analizzare e interpretare i nostri scarti o le nostre delusioni e sconfitte per trovare soluzioni ai nostri disparati disagi.

Nel cuore dei Pastorelli si palesa, invece, la certezza che quella che recitano non è più una semplice “Ave Maria”, ma che tutto ciò che accade loro, se unito al Sacrificio di Cristo, diviene occasione di grazia. Ciò che i Pastorelli arrivano a compiere è la donazione di tutte le loro sofferenze, partecipando, con il poco che hanno, all' Onnipotenza di Dio.

Nulla dunque è inutile nella nostra vita. San Paolo dice che, con la nostra sofferenza, completiamo nella carne ciò che manca ai patimenti di Cristo (cfr. Col 1,24).

Dio è l’Autore della salvezza, ma, volutamente, ci permette di mettere un pezzetto mancante alla nostra redenzione con la nostra libertà. Chi vive il carisma della riparazione sente un'unione profonda con Gesù e  Lui, sopra ogni altro, ha a cuore coloro che si perdono.

Per Giacinta era insopportabile che un peccatore si perdesse e, da bambina, fa ciò che può. Lei vuole “ripescare” coloro che si sono persi e, riparando, cerca di ricreare un legame con coloro che si sono allontanati. Anche noi, come unico corpo, possiamo amare, pregare e adorare per chi non lo fa. L'atto di offerta di Giacinta è dunque un atto di offerta soprattutto per i peccatori.

I pochi anni della vita di questi bambini sono partecipazione al sacrificio di Cristo. Loro ci insegnano come vivere i nostri scarti, come amare mettendoci al servizio, senza pretese. Giacinta soffre sola in ospedale e offre.

Poi c’è Francesco che ha con il Signore un rapporto diverso; lui è il contemplativo che sente il profondo dispiacere di vedere Gesù triste e cerca di consolarlo. Ha un rapporto meraviglioso con Lui, dona il suo tempo per Lui, ci insegna a tenere compagnia a Gesù, a non addormentarci come i discepoli.  Non prega per ottenere qualcosa per sé, ma per tenere compagnia a Gesù nascosto, e più è con Gesù, più con Lui entra in intimità, senza bisogno di parole.

Lucia attraversa nella sua lunga vita un secolo controverso, pieno di luci e ombre. È una bambina attenta all'amore di Dio e desidera ardentemente essere avvolta dall' abbraccio divino. Accoglierà la missione di diffondere la buona novella della misericordia di Dio, rispondendo al desiderio del Signore di consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria. La sua vita in clausura diverrà la fulgida scia di un segreto di misericordia.

La vita dei Santi Giacinta e Francesco e della Venerabile Sr. Lucia ci indicano dunque una “strada eucaristica” che può modificare completamente la nostra vita.

Qualche anno fa mi è stato concesso il dono prezioso di conoscere un ragazzo malato di SLA e di far parte per qualche tempo della sua vita. Il suo corpo era martoriato da innumerevoli sofferenze, alle quali si univano quelle psicologiche per non poter condurre una vita come quella di tutti i giovani della sua età.  Inizialmente vidi in lui solo sofferenza senza via d' uscita, quasi un inutile e inspiegabile tormento quotidiano. Poi Daniele ha iniziato, come un faro luminoso, a radunare intorno a sé tanti fratelli e sorelle pronti a donare tempo, aiuto, conforto. La sua stanza d’ospedale diveniva luminosa e inspiegabilmente fonte di gioia e di comunione fraterna perché ogni sofferenza era offerta.

Possiamo allora cogliere l'occasione in questo tempo quaresimale di riscoprire la Fede, la Speranza e la Carità sulla scia luminosa della vita dei Pastorelli e cercare, pur con tutti i nostri limiti, di vivere ogni sofferenza come opera offerta a Colui che tutto si è donato a noi.

 

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