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La Trasfigurazione di Gesù, mistero di luce

La Trasfigurazione di Gesù, mistero di luce

“È BELLO PER NOI STARE QUI” (Mt 17,4)

di Marina Zaccagnini

Il 6 agosto, giorno celebrativo della Trasfigurazione, ascolteremo il Vangelo di Matteo (17, 1-9); ma anche Marco (9, 2-8) e Luca (9, 28-36) riportano questo bellissimo episodio. Dall’ascolto o lettura del brano, avendo nella mente e nel cuore i tanti scritti sul tema e la Basilica del Tabor in Terra Santa, condivido alcune riflessioni, con unpensiero grato e riconoscente anche a S. Giovanni Paolo II per averci donato, durante l’Anno del Rosario (ottobre 2002-ottobre 2003) i Misteri della Luce, di cui una perla è proprio la Trasfigurazione di Gesù sul Tabor, nel quarto mistero. Come leggiamo nei Vangeli Sinottici, la Trasfigurazione avviene a circa 6/8 giorni di distanza da un primo annuncio di Gesù della Sua Passione, Morte e Resurrezione, al quale Pietro fa seguire la sua disapprovazione e addirittura un rimprovero al Maestro, a cui Gesù replica “Va dietro a me, satana, perché tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini!”.

Una volta giunti sul monte, avviene la sfolgorante Trasfigurazione di Gesù, la cui gloria appare agli occhi umani di Pietro, Giovanni e Giacomo. Essi vedono anche Mosè (che rappresenta la Legge) ed Elia (che rappresenta i Profeti), ben vivi, conversare con Gesù. Anche Mosè ed Elia, a loro volta, avevano avuto personalmente una manifestazione di Dio, con cui conversarono (su un altro monte, l’Oreb, nominato anche come Sinai).È sempre Pietro a prendere la parola “È bello per noi stare qui”; e una nube li coprì con la Sua ombra e udirono una voce che diceva “Questi è il Figlio mio, l’Amato. Ascoltatelo”. Brevi tratti, ma intensi e indimenticabili per i tre apostoli, ma anche per tutti noi. Loro tre rappresentano la santa Chiesa, nascente di lì a poco, che sarà affidata da Gesù a Pietro.

Giacomo e Giovanni, i due fratelli soprannominati da Gesù “figli del tuono” avranno due cammini diversi, sempre nella e per la Chiesa. Giacomo sarà il primo dei dodici a donare la sua vita, fatto uccidere da Erode. Giovanni rimarrà a lungo, pur nelle tante persecuzioni, illuminando anche lui tutta la Chiesa con i suoi scritti, dal Vangelo all’Apocalisse. La voce udita intimorisce i tre apostoli, che si prostrano a terra; ma subito Gesù dice loro: “Alzatevi e non temete”, e rimane solo Gesù con loro. Nel discendere, Gesù fa una richiesta, quella di mantenere il segreto di quanto avvenuto sul monte, fin dopo la sua Resurrezione. La sera del Giovedì Santo… lo stesso gruppo seguirà Gesù verso un altro monte, quello degli Ulivi, dove le tenebre prenderanno il posto della luce, che li aveva avvolti sul Tabor.

Gesù li dispone attentamente a vivere con Lui il momento grave della sua Passione e Morte, ma li prepara, proprio con la Trasfigurazione, alla vita trasfigurata dallo Spirito Santo. Si realizza così, anche per noi, la parola di S. Paolo: “Riflettendo, come in uno specchio, la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore” (2Cor 3,18). Passati gli anni, Pietro scriverà: “Vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore Nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli, infatti, ricevette onore e gloria da Dio quando giunse a Lui questa voce dalla maestosa gloria: Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo, mentre eravamo con Lui sul santo monte.”

Tra pochi giorni, proprio il 6.8.2024, si concluderà in Terra Santa l’anno centenario per ricordare la Dedicazione di alcune Basiliche, erette dallo stesso architetto, Antonio Barluzzi (1884-1960). La Dedicazione della Basilica del Tabor è avvenuta il 1°.6.1924. Il Barluzzi ha lasciato scritto del Tabor “quel luogo non sarà più come prima perché lì si è manifestato il Mistero in tutta la sua Luce. Tutto è in rapporto con Cristo e tutto diventa sacro”.

Questa sua profonda fede è mirabilmente trasfusa nelle sue splendide Basiliche e nell’arte riversatavi, tanto da essere chiamato “l’architetto che celebra i misteri della vita di Cristo”. Il Papa Pio XI chiamò queste opere “i monumenti dell’umana Redenzione”.

Termino citando alcune parole del Santo Padre Francesco sulla Trasfigurazione, tratte dall’Angelus dell’8.3.2020: “Come chiamò quei tre discepoli, così anche oggi chiama alcuni a stargli vicino, per poter testimoniare. Noi non abbiamo visto il volto di Gesù brillare come il sole. Tuttavia, a noi pure è stata consegnata la parola di salvezza e abbiamo sperimentato, in forme diverse, la gioia dell’incontro con Gesù. Anche a noi Gesù dice “Alzatevi e non temete” (Mt 17,7). Non dobbiamo dimenticare che il Battesimo che abbiamo ricevuto ci ha fatto testimoni, non per nostra capacità, ma per il dono dello Spirito Santo”.

Pace e bene a tutti.

 

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