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PELLEGRINI DI SPERANZA, dono e impegno

PELLEGRINI DI SPERANZA, dono e impegno

NELLA SPERANZA SIAMO STATI SALVATI

di Marina Zaccagnini

In occasione di questo Anno Giubilare ordinario, in cui siamo chiamati a diventare “pellegrini di speranza”, proviamo a riflettere insieme su questa grande virtù teologale - la speranza, appunto - e su come rianimarla in noi.

Nella prima delle sue Udienze Giubilari su questo tema (udienze che si terranno di sabato con cadenza mensile), sabato 11 gennaio, Papa Francesco ha detto: “La parola di questo Anno Santo è ricominciare. Con il giubileo si comincia una nuova vita, una nuova tappa, ecco un aspetto della speranza”.

In questo anno saranno proclamati santi due giovani che hanno vissuto la santità nella loro vita quotidiana, offrendo un messaggio di speranza alle nuove generazioni, e non solo.

Il Beato Carlo Acutis, modello di speranza anche per i giovani dell’era digitale, ha usato i mezzi di comunicazione e la tecnologia da vero esperto informatico, per diffondere il Vangelo e l’amore per l’Eucarestia, sua autostrada per il cielo. Sarà canonizzato il prossimo 27 aprile.

Il Beato Piergiorgio Frassati, con il suo amore ai poveri e il suo impegno nel sociale, ha saputo incarnare la speranza cristiana, traducendola in azioni di carità e giustizia. Sarà canonizzato il 3 agosto prossimo.

Con il loro esempio, riscopriamo la comune chiamata alla santità, proprio come “cammino di speranza”.

Il Santo Padre invita sempre i giovani a “sognare in grande”: parafrasando, possiamo augurarci, per questo anno santo giubilare - e non solo - di “sperare in grande”, e di portare la speranza nel mondo attorno a noi.

Il motto del giubileo 2025 è “Pellegrini di speranza” perché “Spes non confundit” (la speranza non delude) (Rm 5,5), incipit della Bolla di Indizione di Papa Francesco, che rinvia letteralmente alla Lettera ai Romani di S. Paolo.

Il Card. Reina due settimane fa, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico della Pontificia Università Lateranense, diceva riguardo la speranza: “Il tema del Giubileo – pellegrini di speranza – è un tema che merita di essere approfondito perché la speranza non può essere decifrata come un semplice sentimento (speriamo che tutto vada bene). La speranza ha bisogno di essere sostanziata, è DIO la nostra speranza”.

Papa Francesco, nel messaggio pregiubilare ai giovani, del 29.9.24, ha detto fra l’altro:

Invito tutti voi a sperimentare l’abbraccio di Dio misericordioso, a sperimentare il suo perdono, la remissione di tutti i nostri “debiti interiori”, come era tradizione nei giubilei biblici. E così, accolti da Dio e rinati in Lui, diventiate anche voi braccia aperte […]. Ognuno di voi doni anche solo un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve, un seme fecondo di speranza e così diventiate instancabili missionari della gioia.”

La speranza, nel suo aspetto umano e teologale, è stata oggetto di molti scritti in ogni tempo.

Eccone alcuni su cui è utile riflettere.

Papa Benedetto XVI, nel novembre 2007, ha pubblicato l’enciclica “Spe salvi”, sulla speranza cristiana.

Consideriamo alcuni passaggi:

  • “Spe salvi facti sumus” - nella speranza siamo stati salvati -, dice S. Paolo ai Romani e anche a noi (Rm 8,24). (Spe Salvi, 1)
  • La preghiera, come scuola della speranza. Un primo essenziale luogo di apprendimento della speranza è la preghiera. Se non mi ascolta più nessuno, Dio mi ascolta ancora. (Spe Salvi, 32)
  • Maria, stella della speranza. “Quale persona potrebbe più di Maria essere per noi stella di speranza – lei che con il suo Sì aprì a Dio stesso la porta del nostro mondo; lei che diventò la vivente Arca dell’Alleanza, in cui Dio si fece carne, divenne uno di noi, piantò la sua tenda in mezzo a noi (cfr Gv 1,14).” (Spe Salvi 49,50)

San Giovanni Paolo II, nel suo libro-intervista di Messori “Varcare le soglie della speranza” (1994), ha confermato come la speranza sia una dimensione essenziale del cammino umano. Deve perciò essere vissuta con singolare intensità, e i segni di speranza sono da valorizzare e approfondire.

Papa Francesco ci ha donato la già citata Bolla di indizione “Spes non confundit”, che merita di essere letta proprio per ravvivare la nostra speranza. Consideriamo brevemente due punti.

  • “Spes non confundit” … “Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo cosa il domani porterà con sé” … “Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza.” ( 1)
  • “La speranza trova nella Madre di Dio la più alta testimone. In lei vediamo come la speranza non sia fatuo ottimismo, ma dono di grazia nel realismo della vita … certamente nel cuore restavano scolpite quelle parole che Simeone le aveva rivolto nel tempio … e ai piedi della croce, mentre vedeva Gesù innocente soffrire e morire, pur attraversata da un dolore straziante, ripeteva il suo “sì” senza perdere la speranza e la fiducia nel Signore … nel travaglio di quel dolore offerto per amore, diventava Madre nostra, Madre della speranza … la più affettuosa delle mamme, che mai abbandona i suoi figli, lei che per il santo Popolo di Dio è “segno di sicura speranza e di consolazione” (Lumen Gentium, 68). ( 24)

Lasciamoci fin d’ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore “. (Sal 27,14)

Con l’augurio a tutti di essere per gli altri una possibilità di speranza e di cielo, concludo con questa bella preghiera “Fa’, o Dio, che mai manchi nel mio cuore e nel mio agire un pezzo di pane, un bicchiere di acqua fresca, un sorriso, un abbraccio e molta, molta speranza.”

Buon Anno Giubilare a tutti!

 

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